l’Occupational English Test (OET) è un test di lingua progettato per l’ambito sanitario. È questa la novità che l’NMC introduce a partire dal 1 novembre 2017 per incrementare le opzioni di dimostrare la padronanza linguistica per medici, infermieri, fisioterapisti e ostetriche che vogliano esercitare in Inghilterra. L’esame è da tempo riconosciuto anche in Australia, Nuova Zelanda e Singapore.
L’esame è al pari dell’ IELTS, e nasce a causa dei tanti dubbi sull’efficacia di un test tanto accademico come l’ IELTS nel valutare le competenze linguistiche di infermieri e ostetriche in ambito strettamente medico-scientifico.
Gli stessi infermieri e le stesse agenzie di reclutamento avevano già manifestato le problematiche sul tema, soprattutto in termini di tempistiche di assunzioni: solo il 50% dei potenziali candidati è riuscito ad inserirsi nel mondo del lavoro e per superare l’ IELTS ci ha impiegato, di media, tra gli 8 e i 12 mesi.
Le abilità di parlare di un infermiere verranno valutate attraverso un gioco di ruolo faccia a faccia usando un tipico scenario infermieristico, con un interlocutore addestrato che svolge la parte di un paziente o un assistente.
Lo scopo è quello di imparare a utilizzare un linguaggio accademico adeguato a luoghi di lavoro come cliniche e ospedali. Può essere utile anche a chi vuole migliorare la propria terminologia sul posto di lavoro.
L’esame comprende quattro attività:
• Comprensione di lettura (non specificamente professionale), durata 60 minuti
• Comprensione audio (non specificamente professionale), durata 60 minuti
• Capacità d’espressione orale (specificamente professionale), durata 40 minuti
• Capacità d’espressione orale di 200 parole (specificamente professionale), doppia scena teatrale.